Dal greco "panikos", relativo al dio Pan; terrore improvviso che annulla la ragione; relativo alla natura intesa come forza vitale o manifestazione divina.
A differenza degli dei maggiori, Pan viveva nei selvaggi boschi dell'Arcadia, dove cercava di dare sfogo alla propria esuberanza sessuale. Infatti era il terrore delle ninfe e adorava anche spaventare, o meglio creare panico, ai viandanti che per caso attraversavano i suoi boschi.
Detto ciò, l’esoterismo da sempre in qualche maniera ci parla indirettamente degli attacchi di panico, o quantomeno in termini differenti, di piano astrale (emotivo) in difficoltà.
In accordo dunque con le tradizioni esoteriche/spirituali, il piano astrale è il primo piano oltre quello fisico, precede il piano mentale, ed è molto denso, quasi quanto quello fisico; è il piano dove prendono forma le emozioni degli esseri viventi.
Una buona rappresentazione cinematografica di questo piano la possiamo trovare per esempio nel film Constantine con K.Reeves o nel film Al di là dei sogni con il compianto R.Williams.
Se sono dipendente dal cioccolato, tutte le volte che con ingordigia lo mangio, sto creando una forte emozione di dipendenza nel piano astrale, lì dove il mio corpo emotivo sta quindi vibrando e lì dove probabilmente qualche altro corpo astrale si nutre e utilizza questa emozione che ho generato, ma questa è un'altra storia...
Stesso principio vale per qualsiasi emozione proviamo.
Esiste la pratica del viaggio astrale, peraltro sconsigliabile, che permette consapevolmente di spostarsi e sgusciare fuori dal corpo fisico e di conseguenza viaggiare nel mondo astrale, il luogo metafisico su un altro piano vibrazionale, appunto quello dei desideri ed emozioni.
Ciò che succede durante un attacco di panico, sia esso di natura situazionale o imprevisto, esotericamente parlando è la medesima cosa.
Ci si identifica fortemente ed involontariamente nel corpo astrale che in quei tremendi minuti vibra eccessivamente a causa della forte emozione provata (ad es. paura). Viene così detto che in quei momenti si passa da corpo astrale in agitazione ad un vero e proprio corpo di dolore.
Senza scendere in ulteriori e complessi approfondimenti, la cosa utile da fare, concretamente, in quei momenti di panico è:
1) Lasciarsi completamente andare, concedersi interamente alla paura; come fosse una persona che ci sta inseguendo e di colpo decidiamo di smettere di fuggire e farci acchiappare.
2) Ancorarsi al corpo, ovvero sforzarsi di avere la sensazione delle mani o dei piedi (per esempio stringere il pugno, contare e avere sensazione delle dita una alla volta).
3) Applicare nei casi più acuti la T.I.P.P. ovvero, acqua fredda o ghiaccio in viso, movimenti rapidi, intensi e ripetuti, inspirare 5 secondi ed espirare per 7, tendere i muscoli mentre si inspira e rilassarli mentre si espira.
Lo so, non è facile, vincere la “paura della paura” è un vero e proprio atto di coraggio, da guerrieri.
Concludo menzionando un’accezione poetica e romantica che trovo illuminante: il panico può anche essere un sentimento di intensa partecipazione con la Natura, una compassione con la sua forza e con la sua energia. Allo stesso modo in cui, soli in mezzo a un bosco, si può essere presi d
a un cieco timore, nella stessa situazione si può anche vivere un'esperienza mistica, trovando una profonda comunione con la vita che ci circonda, ovvero manifestazione sensibile del divino.
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