
La maggior parte delle persone nemmeno lo sospetta, ma tutti noi ogni giorno abbiamo a che fare con delle rune nascoste in un logo molto famoso.
Nel 1999 il Bluetooth Special Interest Group formalizzò la creazione di un metodo di connessione entro il raggio di alcuni metri tra dispositivi diversi utilizzanti uno stesso canale di comunicazione: era nata la tecnologia Bluetooth.
Il nome è ispirato al famoso sovrano Aroldo I "Denteazzurro" Gormsson di Danimarca (911-987), celebrato nell'iscrizione runica di Jelling Wl da egli stesso commissionata in memoria del padre e della madre nella seconda metà del X secolo, cogliendo l'occasione non solo di onorare il ricordo dei genitori, ma anche di ufficializzare le proprie imprese in una autocelebrativa affermazione di potenza.
Nel testo si legge:
Re Haraldr fece erigere questo monumento in memoria di Gormrsug padre e Pyrvé sua madre; quell'Haraldr che per sé ottenne tutta la Danimarca e la Norvegia e rese i Danesi cristiani.
Aroldo effettivamente aveva svolto un'abile politica estera, riuscendo a unificare, sia pure per un breve periodo, buona parte del frammentario mondo vichingo sotto la propria guida e una sola fede, quella cristiana.
Il re vichingo venne ritratto dallo svedese Frans Gunnar Bengtsson nel romanzo storico in due parti "Le navi dei Vichinghi", ispirato alla vita di un personaggio di fantasia, Orm il Rosso, e sembra che uno degli ingegneri addetti al gruppo di sviluppo della tecnologia Bluetooth stesse proprio leggendo quest'opera mentre le ricerche volgevano al termine.
Affascinato dalla figura storica, ritenne che il suo nome potesse essere adatto per indicare un protocollo che si proponeva un obiettivo simile a quello dell'antico sovrano, poiché avrebbe messo in contatto dispositivi per natura differenti.

Il logo apparentemente è una B stilizzata, ma se osservato meglio si rivela essere un perfetto esempio di utilizzo di rune in legatura.
Esso unisce infatti le due rune H* hagall e B *berkana che corrispondono a H e B, le iniziali del nome in inglese del sovrano, Harold Bluetooth.
I Vichinghi erano maestri nell'arte del soprannome, ma a cosa era dovuto il particolare nomignolo di questo sovrano?
Sono state formulate ipotesi fantasiose, forse inverosimili come per esempio il fatto che i suoi denti fossero perennemente macchiati di una colorazione violetta per i troppi mirtilli mangiati, o che banalmente fossero cariati, o ancora che azzurro stesse a indicare una colorazione un po' più scura forse per l'intero incarnato del sovrano, ma tra tutte la spiegazione più plausibile e storicamente interessante è che il sovrano, in battaglia, poteva essere solito colorarsi i denti di azzurro.
Tale usanza sembra essere confermata da scavi archeologici in Inghilterra e Svezia che hanno portato alla luce resti umani di Epoca Vichinga i cui teschi presentavano denti rigati di azzurrognolo; probabilmente la tintura penetrava nei denti facendo loro cambiare colore in modo permanente, e ciò ha fatto avanzare la teoria che potrebbe trattarsi della stessa tecnica usata dal re.
Importante è da notare che le rune utilizzate nel logo Bluetooth appartengono all'alfabeto runico vichingo più recente di 16 rune, da non confondersi con il simile, ma più antico alfabeto runico che conosciamo composto da 24 rune.

Una Bindrune (islandese: bandrún) è una legatura di due o più rune.
Sono estremamente rare nelle iscrizioni dell'era vichinga, ma sono comuni nelle iscrizioni precedenti (proto-norrene) e successive (medievali).

Su alcune pietre runiche, le bindrunes potevano essere state ornamentali e utilizzate per evidenziare il nome dell'intagliatore, talvolta invece venivano usate a scopo magico, come sostituto grafico delle formule runiche.
Esistono di base due tipi di bindrunes.
Le bindrunes normali sono formate da due (o raramente tre o più) rune adiacenti che sono unite insieme per formare un singolo glifo congiunto, solitamente condividendo un tratto verticale comune. Un altro tipo di bindrune che è comune nelle iscrizioni runiche scandinave, ma non si verifica affatto nelle iscrizioni runiche anglosassoni, è formata da diverse lettere runiche scritte in sequenza lungo una lunga linea di stelo comune orizzontale o verticale.
In entrambi i casi i glifi congiunti dovevano essere graficamente e geometricamente necessariamente armoniosi.
Nel video seguente spiego dei dettagli pratici:
Fonti:
E. Chionaky - Rune della psiche
L. Sari- Rune scandinave
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