I più antichi mazzi di carte ancora esistenti sono stati realizzati in Lombardia nel XIV secolo per la famiglia Visconti e sono generalmente attribuiti al pittore di corte Bonifacio Bembo.
Questi mazzi sono composti da 78 carte, totale suddiviso in due categorie di carte essenzialmente distinte in: la prima di 22 carte propriamente chiamate Trionfi o meglio Arcani Maggiori, ovvero composizioni simboliche, manifestamente concepite per uno scopo ben diverso dal gioco; la seconda categoria di 56 carte, gli Onori o meglio Arcani Minori, molto simili alle carte da gioco, divise in quattro serie, colori o semi (coppe, denari, bastoni, spade).
Senza tralasciare le presunte origini egizie ipotizzate da C.De Gebelin, nell’epoca che precedette l’invenzione dell’incisione su legno, un artigianato particolarissimo, quello degli imagiers (pittori d’immagini), provvedeva a moltiplicare a mano i soggetti religiosi o profani (le Icone) che seducevano la clientela popolare.
Gli italiani ebbero l’idea di riunire tutte queste immagini in un gioco destinato a divertire e a istruire i bambini.
Nacquero così le Naibi, carte raccomandate anche da moralisti medievali, nel 1393. Da qui la genesi dei Tarocchi lombardo-veneziani che si ricollegano alla Naibi, carte istruttive non ancora utilizzate per “giocare”, con l’aggiunta però di ulteriore simbologia ermetica-iniziatica (ad opera probabilmente dei Rosacrociani), come ad esempio ci mostrano autori come Papus o E.Levi.
A mio parere è degna di nota la teoria d'avanguardia espressa da C. Bozzelli nel suo excursus sulle origini dei Tarocchi: l'unico vero mazzo fedele alla tradizione e rispettoso della sacra Struttura Cifrata è attualmente il modello realizzato dal Mastro Cartaio N.Cover.
Egli, sulla base di ricerche scientifiche e filologiche, sostiene che le Icone delle carte dei Tarocchi (e l'esoterica conoscenza ad esse connessa) sia "arrivata" e dunque tramandata e custodita in Provenza, in particolare a Marsiglia presso l'Abbazia di San Vittore, dall'instancabile lavoro di G.Cassiano ed i suoi monaci iniziati. Da qui, nei secoli successivi, questa conoscenza è giunta fino alle corte dei Visconti.
Interessante è anche ricordare che alla base della fondazione di Marsiglia vi è un'origine greca, egizia e celtica...lasciando indirettamente intuire da dove provengano le sacre Icone del Tarot...
Ad oggi la lettura dei Tarocchi da gioco è diventata oracolo fino a trasformarsi in strumento di crescita personale, passando per le corti del Rinascimento, l’iniziazione massonica, la psicoanalisi junghiana, la filosofia.
Un pensiero, quello tarologico, che si è sviluppato anche grazie al contributo di Carl Gustav Jung, psicoanalista e psichiatra svizzero, che ha ricondotto i suoi archetipi ai Tarocchi. Stabilendo fra loro energie innate, un dialogo interiore.
Un’altra (annosa) questione che mi sta a cuore trattare è quella che riguarda il futuro.
Si può prevedere dunque il futuro tramite l’utilizzo dei Tarocchi?
La risposta è si, ma…c’è un ma!
Vi rispondo con un’altra domanda: ha davvero senso chiedere di conoscere il futuro? è qualcosa di preconfezionato ed ineluttabile?
Il futuro è qualcosa che creiamo in ogni istante del momento presente, ma quanto siamo consapevoli di ciò che stiamo creando?
Il futuro è un lusso che solo colui che ha raggiunto un certo grado di consapevolezza può creare. Proprio come farebbe un mago (o meglio un Bagatto!). Una scelta dettata dalla volontà cosciente e non da bisogni non-coscienti.
Non tutti sono “maghi” e quindi non tutti possono creare il proprio futuro, la maggior parte delle persone vive purtroppo schiava di una sorta di realtà illusoria gestita da un pilota automatico che opera tramite le dipendenze dai bisogni.
Profonde istanze interiori, che ben nascoste nel buio del nostro inconscio, gestiscono una buona fetta della trama della nostra vita, rubando così l’attenzione che potremmo dedicare al momento presente e quindi anche alla creazione di un possibile futuro.
Se esco di casa in bicicletta, una macchina mi taglia prepotentemente la strada ed io mi arrabbio col conducente, in quel momento, sono forse io a vivere consapevolmente la rabbia o è la rabbia a “vivere me”?
Poco importa che sia certamente giustificabile mandare a quel paese l’automobilista indisciplinato, dovrò forse chiedermi: nel mio inconscio quanta rabbia inespressa si annida? E quanto quest’ultima è in grado di condizionare le mie scelte? Probabilmente scoprirei di dover essere grato a quel conducente per avermi messo in evidenza il fatto che ho tanta rabbia accumulata che mi condiziona e dunque cogliere la situazione per iniziare a lavorarci su.
Nell’inconscio vi è quindi una serie di “programmi”, “algoritmi biologici” già presenti e operativi (è qualcosa che c’è già, quindi il passato di un individuo). Leggere l’inconscio significa decifrare i programmi e comprendere come essi funzionino nell’individuo, di conseguenza ciò equivale a “leggergli il destino”.
Attenzione il destino non è necessariamente il futuro.
Il futuro deve essere svincolato dal destino, deve essere una scelta!
Conoscere il destino significa liberarsi gradualmente dalle catene dei programmi automatici inconsci, arrivare ad avere una vera volontà di scelta consapevole e dunque essere padroni della propria vita. La vera Libertà.
I Tarocchi nascono con un unico scopo evolutivo: sono un potente mezzo per conoscere sè stessi.
Usati in maniera evolutiva aiutano nella comprensione, nel mostrare senza veli ciò che è nascosto nel buio dentro di noi, il destino (inconscio).
Un buon tarologo può aiutarci a scoprire la missione dell’Anima, perché è scesa sulla Terra e scegliere in base a ciò.
Da questi presupposti si può iniziare a scegliere consapevolmente anche il proprio futuro.
Stiamo attenti però che quando permettiamo ad un’altra persona di dirci cosa succederà, stiamo delegando a lei il lavoro con tutte le responsabilità che ne conseguono, in pratica le stiamo dando il potere di creare “profezie autorealizzanti”. Il nostro inconscio tenderà a realizzare ciò che un indovino ci racconta.
Tutto ciò non significa conoscere il futuro.
Lungi da me criticare il lavoro di indovini o cartomanti, alcuni peraltro alquanto abili perché in grado di “sgusciare” e connettersi (a volte inconsapevolmente) ai piani astrali superiori, da dove è più facile pre-vedere (prae-videre = vedere prima) e dunque “azzeccare” quale situazione sia più pronta, rispetto ad altre, a “collassare” nella realtà e quindi a manifestarsi con più probabilità nella vita del consultante.
Questa pratica si nutre del desiderio spasmodico del consultante (spesso in ansia) di voler controllare tutto, compreso il proprio futuro. La Vita e la Natura nonostante i nostri sforzi, non ci permettono di controllare ogni cosa, spesso nemmeno prevedendoli.
Ciò si discosta dunque dall’intento evolutivo primario per cui sono stati creati i simboli sacri contenuti nei Tarocchi.
Concludo citando l’ottimo A. Jodorowsky,che ci fornisce una chiara spiegazione sulla dissonanza sostanziale tra “cartomante” e “tarologo”, dove a far la differenza non è un semplice sostantivo, ma un vero e proprio studio supportato da serietà e attitudine:
“Vengono da me a farsi leggere i Tarocchi, e c’è sempre chi mi chiede un consiglio (in fondo, mi sta chiedendo il permesso per compiere un’azione che non osa) o una predizione (possibilmente positiva). E allora non posso fare a meno di inquadrare la sua domanda. “Incontrerò un uomo?” “Non posso dirti se incontrerai un uomo, ma posso dirti perché non lo incontri.” “Devo lasciare mia moglie e i miei figli per la mia amante? ” “Non posso dirti se devi fare una cosa del genere, ma posso dirti quali sono i motivi per continuare a vivere con la tua famiglia e quali i motivi per andartene con un’altra donna. Tu, valutando vantaggi e svantaggi delle due opzioni, dovrai scegliere quella che meglio ti si confà.” Qualsiasi predizione o consiglio sono una sorta di abuso di potere che rischia di fare del consultante un suddito del "mago".
Fonti: O.Wirth I Tarocchi- A.Jodorowsky La via dei Tarocchi – Papus I Tarocchi degli zingari – E.Levi Il libro rosso – C.Bozzelli Il codice dei Tarocchi - Il Sole 24Ore L’incanto dei Tarocchi di Donata Marrazzo – Jung La sincronicità
Immagine copertina: Rodolfo Razzi di Studio Burton
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